Fondazione Marconi
Arte moderna e contemporanea
via Tadino 15, 20124 Milano
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Dominio sito:
Lucio Fontana
Progetto per ambientazione Trinità, 1966
matita su carta
22 x 28 cm

© Fondazione Lucio Fontana
 
foto
Lucio Fontana
Concetto Spaziale. Trinità, 1966
idropittura su tela, bianco e legno laccato bianco. Trittico
203 x 203 cm cad.
 
© Fondazione Lucio Fontana
 
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Lucio Fontana
Concetto Spaziale, Teatrino, 1965
idropittura su tela, nero, e legno laccato, bianco
178 x 192 cm

© Fondazione Lucio Fontana
 
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Lucio Fontana con un Teatrino, Milano, 1966
© Foto Giancolombo
 
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Lucio Fontana
Concetto spaziale, Attese, 1964
idropittura su tela
81 x 100 cm

© Fondazione Lucio Fontana
 
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Lucio Fontana
Concetto spaziale, Teatrino, 1965
idropittura su tela e legno laccato
175 x 175 cm

© Fondazione Lucio Fontana
 
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Lucio Fontana
Concetto spaziale, 1957
pastelli e collage su tela
125 x 101 cm

© Fondazione Lucio Fontana
 
 
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Lucio Fontana
Concetto spaziale, 1967
metallo laccato e tagli su supporto a treppiede
91 x 77 x 200 cm

© Fondazione Lucio Fontana
 
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Lucio Fontana
Concetto spaziale, 1964-1965
buchi, graffiti, strappi e tempera nera su carta assorbente bianca
65 x 45 cm
 
© Fondazione Lucio Fontana
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Lucio Fontana
Concetto spaziale, 1953
olio e tecnica mista e vetri su tela, bianco e nero
60 x 80 cm
 
© Fondazione Lucio Fontana
 
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Lucio Fontana
Concetto spaziale, Teatrino, 1965
idropittura su tela e legno laccato, bianco e nero, e nero
202 x 153 cm
 
© Fondazione Lucio Fontana
 
OMAGGIO A Lucio Fontana
Fondazione Marconi Arte moderna e contemporanea
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Durata della mostra: dal 24 aprile al 31 ottobre 2015
Ingresso gratuito
Ufficio stampa: Cristina Pariset - Tel. 02 4812584 - Fax 02 4812486
cell. 348 5109589 - cristina.pariset@libero.it
SCARICA IMMAGINI: fileshare.fondazionemarconi.org/fontana.zip
 
Orario: martedì-sabato 10-13, 15-19.
Orario estivo: dal 29 giugno all'11 settembre 2015, lunedì-venerdì 10-13, 15-19
chiuso dall’8 al 23 agosto
 
“Io buco, passa l’infinito da lì, passa la luce,
non c’è bisogno di dipingere […]
tutti hanno pensato che io volessi distruggere:
ma non è vero, io ho costruito, non distrutto.”
(Da Lucio Fontana e la sua eredità, Skira 2005)
 

In contemporanea con Expo 2015, la Fondazione Lucio Fontana e la Fondazione Marconi presenteranno nella sede recentemente rinnovata e ampliata della Fondazione Marconi, un omaggio a Lucio Fontana. Per la prima volta in Europa verrà esposta l’opera Concetto spaziale, Trinità nell’allestimento che l’artista stesso elaborò in alcuni disegni del 1966, ma che non riuscì mai a vedere compiuto. La realizzazione di questo desiderio è l’omaggio che le due Fondazioni vogliono dedicare all’artista. Concetto spaziale, Trinità (1966) è un’opera imponente nella produzione di Fontana sia per le dimensioni (2 x 2 m ognuno dei tre elementi) sia per la lucida e rigorosa composizione che rimanda, attraverso la purezza del monocromo bianco, a una dimensione di infinito. Disseminato da una teoria di buchi, come segno di una gestualità elementare, il trittico rappresenta una personalissima riflessione dell’artista, laica e poetica, sull’assoluto. L’allestimento dell’opera raffigurato dall’artista in un disegno-progetto del 1966, anch’esso esposto per l’occasione, è qui fedelmente realizzato. Le tele monocromatiche, messe in risalto dai teli di plastica azzurra, sono appese a partire dal soffitto e racchiuse entro uno spazio scenico di 17 metri, che rimanda a una dimensione di purezza e di spazialità assoluta. Un nucleo di opere comprese tra il 1951 e il 1968 completa l’omaggio all’artista e offre un’idea della sua amplissima attività creativa, capace di spaziare tra la figurazione e le istanze più astratte, sperimentando le potenzialità di tecniche e materiali sempre nuovi. Tra queste figurano il “gesso”, Concetto spaziale del 1957, il Concetto spaziale del 1953 dalla serie delle “pietre”, il “taglio” Concetto spaziale, Attese del 1964; una selezione di grandi “teatrini”, 1965, alcune “carte assorbenti” e le sculture in metallo laccato dal titolo Concetto spaziale, del 1967. In tutte queste opere riconosciamo l’autenticità e la forza creativa del gesto di Fontana, sia esso impresso nella matericità del “gesso”, modellato attraverso le forme dei “teatrini” oppure minimale e netto come nella purezza dei “tagli”.